HomeDREAMAncora non riesco a credere di essere viva. Incontro con Pacem Kawonga
24
Ago
2015
24 - Ago - 2015



Pubblichiamo qui di seguito il bollettino Tam Tam del centro giovanile “Cecilia Youth Center” dei padri monfortani di Balaka, in Malawi, che racconta l’incontro con Pacem Kawonga, autrice del libro autobiografico “Ancora non riesco a credere di essere viva” (pubblicato in italiano con il titolo “Un domani per i miei bambini” dall’editore Piemme) e responsabile di un centro di cura DREAM della Comunità di Sant’Egidio.

Tra le tante attività del Centro Giovanile di Cecilia, a Balaka,  in questo periodo estivo c’è l’incontro con la storia di una persona significativa che è venuta a trovarci.

DSCN2257Le ragazze della danza oggi hanno portato fino al nostro villaggio una persona molto importante che avevamo già cominciato a conoscere alla biblioteca del nostro villaggio di giovani e ragazze, dove custodiamo gelosamente il libro che ha scritto raccontando la sua storia.

Una storia importante.

In Africa l’AIDS è stato studiato in tante ricerche internazionali a spiegare i perché della diffusione della malattia, delle sue conseguenze tragiche che hanno portato a un numero incredibile di orfani, solo il Malawi ne conta più di un milione, anche a raccontare il mondo di sofferenza legato ai cimiteri che straripano di tombe fino a invadere i villaggi…

Una storia che racconta il passato del Malawi, gli anni trascorsi nella disperazione, quando non c’era nessuna risposta a quanto succedeva e che portava via una generazione di adulti e giovani.

In quei giorni il capo dell’esercito annunciava, “i soldati del Malawi per la prima volta, sono stati sconfitti…”

Il ministero dell’Educazione ammetteva “Abbiamo  perso i migliori insegnanti a centinaia”, ..

Tutto un paese fino al più remoto villaggio, piangeva i suoi morti…

Da qui il titolo di questo libro che dice:

2015-08-21_pacem_bookAncora non riesco a credere di essere viva…

Il libro ci aveva detto tutto di Pacem Kawonga, la sua autrice.

Ci mancava solo di conoscerla di persona, vedere il suo volto per poterlo scrutare e capire cosa aveva in serbo per noi ragazzi di una nuova generazione.

Per noi l’AIDS è legato al passato come a un incubo che i nostri genitori ancora raccontano a bassa voce e alle bottigliette di pastiglie che sono diventate parte delle nostre capanne.

Per noi l’AIDS è legato a ragazzi sieropositivi dalla nascita e che vengono segnati a dito e all’infinità di orfani, una stragrande maggioranza di bambini che crescono senza genitori e si riconoscono subito anche al Centro Giovanile, perché la sera si attardano per i viali, come se non volessero mai andare a casa, dove non li aspetta nessuno.

La prefazione bellissima di Andrea Riccardi che portava il libro ben oltre i confini del Malawi.

Una storia importante che ci ha aiutato a capire noi stessi oggi quando l’AIDS è diventata una malattia cronica per oltre mezzo milione di Malawaiani che ricevono giornalmente gli antiretrovirali imparando a convivere con il virus.

Oggi…

DSCN2268oggi abbiamo conosciuto il volto di Pacem, non solo la sua storia.

Eccola qui’, alla Casa di Cecilia, tutta per noi.

Il volto di una bellissima mamma africana che ha detto tutto di se’. Di quando era bambina di una famiglia ricca con tante persone a loro servizio, agli anni di studio,

poi la vita di giovane donna, il matrimonio, i due figli e l’AIDS e il coraggio di fare il test e scoprirsi sieropositiva e gli oltre dieci anni di impegno a reinventarsi una vita.

E l’approdo alla Comunità di Sant’Egidio che offre assieme ai test clinici migliori al mondo, l’esperienza di una condivisione di vita, di appartenenza che permette di sentirsi finalmente a casa con se stessi e con gli altri.

Per oltre due ore ha raccontato di se’ in un modo così vivo da permettere a tutti i giovani di riconoscersi nella sua storia.

Ha percorso gradino a gradino gli anni della sua vita creando un modello  in cui riconoscersi.

Senza mai dire dovete fare, dovete stare attenti… ha aiutato tutti  a capire la propria vita e tenersela stretta anche in questi anni difficili e di povertà.

DSCN2302Le domande sono state tantissime. La sua vita, i suoi figli, il suo matrimonio…

ma anche il suo vivere da ragazza, la cultura dell’iniziazione tradizionale, del coraggio di uscire dal suo villaggio e dal suo paese per arrivare fino in Italia, in America con una storia da raccontare.

Il suo lavoro attuale di direttrice di una grandissima campagna contro l’AIDS e il servizio quotidiano agli ammalati..

“Cosa rispondi agli stregoni che dicono di avere una medicina che distrugge l’AIDS?”

“Come vivi da dieci anni la tua esperienza di sieropositività’?”

La storia di Pacem per il Malawi è importantissima: non è solo una lezione di biologia, una predica di vita cristiana timorata, un richiamo alla morale, una scelta di vita… ma tutto assieme.

DSCN2334Un dialogo aperto capace di sfidare sia le paure che i pregiudizi, la cultura tradizionale e la scelta di chi oggi smette di prendere gli antiretrovirali perché stanco di sopportare gli effetti collaterali alla terapia e che appesantiscono le giornate.

Pacem è la migliore risposta che abbiamo dal 1985, quando il primo caso di AIDS è stato segnalato in Malawi.

La sua storia è molto significativa anche perché non è legata alla sua sola persona o esperienza.

E’ parte di un DREAM capace di diventare un vissuto collettivo per oggi.

Pacem ha firmato per noi il suo libro che ora diventa ancora più prezioso.

Poi c’è stato il tempo per una lunghissima intervista che la televisione Luntha mette spesso in onda a raggiungere tutto il Malawi.

IMG_2040L’intervista in chichewa dice anche l’importanza che il suo libro venga tradotto almeno in due-tre lingue più importanti del Malawi, oltre al Chichewa, il Chitumbuka e Chiyao.

Può raggiungere tanta gente con un messaggio importantissimo per oggi, per la generazione che ha dimenticato gli anni dei funerali quotidiani, ma che deve tenere alta la guardia perché l’AIDS rimane una sfida quotidiana, seconda solo alla malaria.

Negli studi della TV Luntha, Pacem ha parlato al mondo degli adulti, al ministero della salute e a una società che ancora cerca rifugio nella stregoneria per mancanza di coraggio di dirsi la verità dell’AIDS e di tutto il mondo dello stigma legato a questa malattia che si preferisce nascondere…

DSCN2341GRAZIE a Pacem e al suo coraggio di raccontare il calvario delle donne del Malawi.

Negli anni a venire la sua testimonianza diventerà un punto di riferimento per come una donna, e con lei le donne del Malawi, sono l’anima e il cuore di quello che è lo “warm heart of Africa”, il Malawi economicamente povero, ma ricco all’infinito di ciò che più conta nella vita, la “Pacem” con gli spiriti degli antenati, con il villaggio e con se stessi. Una pace che si paga a caro prezzo ma ci inserisce nell’umunthu africano e l’umanesimo universale.

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