HomeDREAMLa devastazione del ciclone Idai. La testimonianza di un volontario da Beira
25
Mar
2019
25 - Mar - 2019



Testimonianza di Fabrizio Graglia – volontario dell’Associazione ESMABAMA con cui collabora il programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio in Mozambico.

Mozambico, 18 marzo. A quattro giorni dal ciclone Idai che ha travolto il Paese, sono riuscito a lasciare Beira per raggiungere zone in cui mi fosse possibile accedere alla connessione Internet.

La provincia di Sofala è totalmente distrutta. Siamo senza energia elettrica, senza collegamenti telefonici, senza benzina e soprattutto senza cibo né acqua potabile. Le scuole, gli uffici, gli ospedali che sono rimasti in piedi sono diventati il rifugio di centinaia di famiglie che hanno perso tutto. Il tetto dell’Ospedale centrale di Beira è caduto: 5 neonati e più di 160 malati sono morti a causa della mancanza di elettricità o per il crollo della struttura.

La tempesta è durata 20 ore. Il vento si è abbattuto alla velocità di 230 km/h: i motori dei condizionatori sono stati strappati via dai muri e scaraventati sui tetti delle case vicine, nessuna porta o finestra ha resistito alla violenza dell’uragano. Le lamiere dei tetti sono entrate come lame volanti nelle case, abbiamo usato i materassi come scudi per non essere colpiti da oggetti e vetri delle finestre. Gli animali domestici sono volati per aria e sono rimasti appesi sui rami o incastrati tra le macerie.

Interi villaggi sono scomparsi insieme ai loro abitanti. Molti distretti, come Buzi, Chibabava e Marromeu sono totalmente isolati e si prevede che il numero delle vittime aumenti così come i rischi di malattie dovute alle decine di cadaveri che galleggiano nei fiumi Pungue e Buzi.

Di notte, a Beira, ci sono gruppi di persone che vagano e tra questi gli sciacalli: le violenze sono molto aumentate e si registrano rapine alle persone e alle case danneggiate e abbandonate.

Le piogge torrenziali non si fermano e se continueranno anche nei prossimi giorni i fiumi strariperanno ancora.

Sono costernato e distrutto da questo scenario dantesco, ho negli occhi il panico dei visi di chi ora teme ancora per la propria vita e per quella dei propri cari.

Abbiamo bisogno di aiuto. Urgentemente.

Sostieni la nostra raccolta fondi a sostengo delle persone coinvolte dal ciclone

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